Chabon Michael, The Yiddish Policemen’s Union, HarperCollins, 2008 – E se, come aveva proposto Franklin Roosevelt, l’Alaska – e non Israele – fosse diventata la patria degli ebrei dopo la Seconda Guerra Mondiale? In “Alyeska” di Michael Chabon, un romanzo in lingua yiddish, bande ortodosse in zuava e pantaloni al ginocchio si aggirano per le strade di Sitka, dove il detective Meyer Landsman scopre il cadavere di un prodigio degli scacchi eroinomane nella casa popolare che Meyer chiama casa. I fili delle marionette risalgono alle mani del carismatico Rebbe Gold, leader di una setta che sembra aver tratto la sua missione da Cosa Nostra. Meyer è determinato a svelare il significato dell’omicidio. Anche se questo significa cedere il suo distintivo e la sua dignità al capo dell’unità omicidi di Sitka, la sua temibile ex moglie Bina. Romanzo di ambizione e cuore colossali, L’UNIONE DEI POLIZIOTTI YIDDISH intreccia un omaggio alla minaccia elegante dei film noir degli anni Quaranta con una favola agrodolce sull’identità, la casa e la fede.