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Indu astratti

Indu astratti

India XX sec. Osso

Scacchi nella forma precedenti il periodo islamico che richiamano gli antichi giochi indiani. Cfr. Alte indische scachfiguren, pp. 36,37, 1993. “La teoria più accreditata sostiene che i pezzi indiani e sasanidi fossero figurati e divenuti astratti con l’avvento dell’Islam, per tornare ad essere figurati una volta diffusosi il gioco in Europa.” […] Resta il fatto che i pezzi dello Shatranj nell’affascinante storia della loro diffusione da Oriente a Occidente, dal mondo arabo al bacino del Mediterraneo (compreso ovviamente il nord Africa) , con quelle loro forme aniconiche del IX-X secolo, non abbastanza figurative rispetto cosa dovevano esattamente rappresentare, vi rimasero in tutta l’Europa medievale per almeno cinque secoli. Gli scacchi rinvenuti a Nashipur , nord Iran, nel 1939 sono tra i primi esempi di disegni basati su forme geometriche che per un certo periodo hanno convissuto con giochi figurativi. Risalgono al 950 ca. Dai pezzi intagliati la produzione evolve in pezzi al tornio, in un certo senso ancora più astratti (da Dean, G. Chess Masterpieces, N.Y. Abrams. L’identificazione dei pezzi suscita ancora oggi discussione tra gli specialisti, in particolare sulla Torre, l’Alfiere e il Cavallo. Le serie venivano realizzate con diversi materiali: legno, argento, lacca e smalto.

Senet, gioco sumero ed egiziano XIII sec. ca

I pezzi, 20 su una tavola di 30 quadrati, sono molto simili a quelli astratti odierni. Un dipinto murale mostra Nefertari, moglie di Ramsete II mentre gioca a Senet (Da Dean, G. Chess Masterpieces, N.Y. Abrams)

Molto probabilmente il Profeta Maometto (570ca – 632) non aveva mai sentito parlare dell’esistenza degli scacchi, poiché i giuristi maomettani non sono stati in grado di risolvere la questione della legalità del gioco degli scacchi da qualsiasi decisione diretta di Maometto registrata nel Corano o nella tradizione autentica. Tale era in ogni caso l’opinione dei primi giuristi. Questa questione della posizione giuridica del gioco degli scacchi esercitò non poco i primi giuristi musulmani. Tuttavia, fino al secondo secolo dell’Islam non fu fatto un serio tentativo di sistematizzare e codificare la legge musulmana. Gli scacchi non sono menzionati da nessuna parte per nome nel Corano, ma, adottando il principio di analogia {qiyds) per cui il dubbio poteva essere risolto da una decisione su qualche caso simile, si è fatto appello alla Sura V. 92, un capitolo che appartiene alla Medina o all’ultimo periodo della vita di Maometto. In questo versetto leggiamo: 0 veri credenti, certamente il vino e il maiale (maislr) e le immagini (‘ansab) e le frecce divinatorie (azldm) sono un abominio delle opere di Satana, perciò evitatele affinché possiate prosperare. È estendendo questa condanna che si è tentato di condannare gli scacchi e il gioco degli scacchi. C’è abbastanza accordo tra i commentatori che il maislr è stato inteso includere ogni gioco che è soggetto al rischio o al caso, o che è giocato per denaro o una posta in gioco. È su questo versetto che si basa la proibizione (Da H. I. R. Murray A History of Chess, Oxford, 1918, pag, 188).
Ne Le mille e una notte gli scacchi fanno la loro apparizione in quattro episodi in cui il califfo Harun interroga ripetutamente i suoi consiglieri sull’opportunità di praticare il gioco, e sulla sua liceità religiosa.

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