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2023, gli Scacchi Illuminati di Riccardo Mattiuzzi

2023, gli Scacchi Illuminati di Riccardo Mattiuzzi

2023, set realizzato in plexiglass, scacchiera in legno 50 x 50 cm. Re 10,5 cm. Pedone 5,5 cm.

Un foro al centro di ciascuna delle 64 case consente l'illuminazione dei pezzi della scacchiera e potere così giocare anche al buio.

La scacchiera

Cavalli rosso e bianco, 5,5 cm.

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Riccardo Mattiuzzi al lavoro con una scultura di Arman

Riccardo Mattiuzzi (San Polo di Piave, Treviso, 4 giugno 1945), terzo di sette fratelli, dopo la scuola dell’obbligo frequenta un corso di arti e mestieri mentre inizia a lavorare come apprendista orafo. A 26 anni entra nel settore della moda creando modelli e accessori per pelletteria in una società nella quale diventerà socio.
Nel 1973 crea con la collaborazione di tre fratelli la ditta Buckle (Fibbia) che spazia in vari settori tra cui accessori auto, articoli promozionali, bomboniere distribuite su tutto il territorio nazionale con la  firma Richard Buckle.
Nel 1974 l’incontro con lo scultore franco-americano Arman Fernandez per il quale realizzerà le opere d’arte fino alla sua morte nel 2005. Oltre ad Arman, ha lavorato per diversi artisti come Boisgontier (vedi), Césare, Ritchie, Spoerri, Bak, Hains. Ha realizzato oggetti per l’Alfa Romeo, la De Beers, e numerose altre aziende.

 

Riccardo Mattiuzzi con un pezzo del set di scacchi, Double Gambit,  nato dalla collaborazione tra  Arman Fernandez e Georges Boisgontier.

SCACCHIERE IN FIAMME

Glenn Kaino, Le scacchiere in fiamme, f.to Carmody Creative

Sviluppato per il Whitney Museum of American Art nel 2007, The Burning Boards di Glenn Kaino (vedi una rassegna fotografica) esplora il concetto di vittoria attraverso gli scacchi. Nel tentativo di dare forma ai processi di pensiero e negoziazione, viene messo in scena un torneo di scacchi tra 32 artisti, scrittori, curatori e maestri di scacchi. Utilizzando tavole di legno e pezzi di scacchi fatti di candele domestiche di diversi colori, tagliate a diverse dimensioni per differenziare i pezzi, i giocatori si impegnano nel gioco mentre i pezzi illuminati aggiungono un terzo avversario invisibile, il tempo, contro cui entrambi devono giocare. Quando i pezzi di candela si sciolgono durante il gioco, l’identità dei pezzi stessi viene cancellata, destabilizzando la logica e le regole del gioco e convertendo l’incontro in una serie di scambi silenziosi e rapide negoziazioni che vengono visualizzate sulle tavole attraverso resti di cera sovrapposti che funzionano come tracce di pensieri e decisioni che svaniscono. Esercizio performativo e scultoreo di alchimia, il gioco stesso diventa una riflessione poetica sul fallimento, poiché l’obiettivo di vincere diventa improbabile, lasciando solo gli echi di cera di un incontro tra due soggetti e il loro avversario spettrale. Nel 2014, quest’opera è stata esposta in una mostra alla Chess Hall of Fame insieme a lavori di John Cage. L’illuminazione nella sala da gioco aumenta e diminuisce nel corso dello spettacolo. I vantaggi degli esperti rispetto ai principianti vengono livellati e il valore dell’abilità diminuisce man mano che aumenta l’elemento del caso. I pezzi non identificabili non possono essere giocati, così come quelli bruciati o attaccati alla scacchiera. Ben presto i giocatori si rendono conto che stanno combattendo una situazione condivisa: il tabellone e i pezzi, non tra loro. Possono sopravvivere meglio attraverso un accordo reciproco che attraverso un’aggressione a somma zero. La competizione lascia il posto alla cortesia (Testo ricavato dal sito di Glenn Kaino e da Chess Hall of Fame).

 SET SUCCESSIVO

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